lunedì 17 ottobre 2016

Ampliare la nostra visione...

Questa mattina un esercizio in piscina mi ha fatto pensare...
Avevamo tutte le cavigliere ai piedi e sul posto a gambe divaricate dovevamo saltare in un "volo acquatico" congiungendo i piedi e ritornando nella posizione iniziale.
Fin qui niente di eccezionale, un esercizio come un altro.
Ad un certo punto si è aggiunta una parte di esercizio che coinvolgeva anche le braccia: abbinare alle gambe divaricate le braccia chiuse e al contrario, nel momento del salto di congiunzione dei piedi le braccia aperte.

..poi vabbbbeh è lunedì mattina ore 9 e per un motore diesel come me... :D
...ci ho messo un pò a farlo questo incrocio e a prendere il via con l' esercizio..mi veniva spontaneo collegare alle gambe divaricate le braccia aperte e mi sono accorta di quanto possa essere difficile a volte uscire dai propri automatismi..dai propri gesti/parole/comportamenti appresi.

...sono inciampata un po' di volte...
...mi sono sentita anche incapace..scoordinata...
...mi sono sentita forse un po' arrabbiata con me per il mio non riuscirci e anche in parte infastidita verso chi mi chiedeva di fare una cosa che non "capivo"...
Poi ho riso dei miei inciampi.
Ho dovuto rallentare la velocità dell' esercizio precedente che riuscivo invece a svolgere con semplicità..
E ci ho provato ancora e ancora (...stiamo parlando di un arco di tempo di 3 minuti forse...quante cose si possono osservare di se stessi in solo 3 minuti???!!!)

Ci ho riflettuto.
... (eh sì...deformazione professionale di stare in quel che sento, vedo e sperimento nelle cose pratiche/fisiche quotidiane e trovarci una sincronicità, uno stimolo e un senso con il "mondo dell' umano", delle relazioni e della crescita di sé).

Quando entriamo in relazione intima con qualcuno, che sia una relazione di coppia, amicale o professionale, nel momento in cui andiamo oltre la prima conoscenza e attrazione che ci porta verso una persona incontrata, appena varchiamo la soglia di "sicurezza" abbiamo una grande occasione.
Quando entriamo nella zona "intima" nostra e dell'altro, abbiamo la possibilità di conoscere e sperimentare un altro, nuovo e sconosciuto approccio alla vita, alle parole, ai sentimenti.
La possibilità di integrare alla nostra visione un'altra (parzialmente o completamente) diversa dalla nostra.
Abbiamo l'occasione di creare per noi una visione ampliata della realtà che viviamo e di imparare qualcosa di nuovo dagli altri.

Possiamo "inciampare"...sentirci incapaci rispetto al nostro modo di stare al mondo...oppure "scoordinati" con la visione altrui...arrabbiati nello stare davanti ad una visione che non riusciamo a comprendere (com-prendere cioè prendere insieme..)

E possiamo ridere. S-drammatizzare. Togliere il "dramma" e dare leggerezza a qualcosa che ci porta nella pesantezza del nostro essere umani.

Io ho capito come funziono.
Ho capito che posso inciampare nel momento in cui mi aspetto da me stessa di entrare in questo contatto con la stessa "velocità" con cui mi rapporto a me stessa e alle situazioni che risuonano con il mio modo di stare al mondo. Posso essere anche infastidita da questa diversità. Posso anche sentirmi sbagliata.
Ma se rallento...e provo a stare e a vedere la posizione dell'altro con i miei tempi e senza giudizio (verso di me e verso l'altro) posso riuscire ad integrare ciò che di nuovo mi arriva.
Fermandomi e ascoltando il corpo.
Aumentando piano piano la "velocità"...e trovando il mio "fluire" con ciò che la vita mi porta.

Buon lunedì e buone relazioni :)



Nessun commento:

Posta un commento